Servi e padroni della Penisola Sorrentina

Volevo aprire questo spazio già un anno fa, quando cominciai a stancarmi dell’atteggiamento a dir poco vergognoso assunto da molti datori di lavoro della nostra Penisola nei confronti dei loro dipendenti. Comportamenti che troppo spesso fanno perno sulle paure degli umili lavoratori, la paura di perdere il posto, di non arrivare a fine mese, di non riuscire a pagare l’affitto o il mutuo, la paura di non poter sfamare la propria famiglia. Paure che alimentano le oscure e ignoranti ambizioni dei datori di lavoro, i quali, consapevoli detentori di un potere immenso, si trasformano in abili e meschini burattinai, sempre pronti a sfruttare il prossimo e a imporre i più subdoli ed egoistici compromessi in grado di favoreggiare nient’altro che il proprio tornaconto. Per questi soggetti non esistono termini come collaborazione o lavoro di squadra. Non esiste la figura del leader, ma solo quella del padrone, il che pone il tutto all’interno di un sistema fortemente gerarchizzato, al cui vertice si trova il capo assoluto, colui al quale tutto è dovuto e che giammai si sognerebbe di riconoscere e valorizzare pregi, meriti e abilità dei propri sottoposti. Al grido di “dovresti essermi grato”, “quella è la porta” e “tanto ne trovo un altro”, questi soggetti sono capaci di intimare e schiavizzare qualunque individuo bisognoso di denaro, imponendogli salari irrisori, orari improponibili, lavori in nero senza versamento di contributi o contratti per periodi estremamente ridotti. A ciò va aggiunta l’umiliazione di essere trattati come zerbini, animali, esseri privi di dignità perché appartenenti al più basso tessuto sociale e pertanto non meritevoli di rispetto alcuno. Senza sapere (o facendo finta di non saperlo) che, pur non essendo ricche materialmente, queste persone possiedono tutte le virtù che mancano ai loro insensibili aguzzini: cuore, mente e abilità. Sì, perché è il loro lavoro a portare avanti le aziende. Sono loro i veri eroi, il vero motore di questa società, perché capaci di trovare la forza di andare avanti, di continuare a combattere, nonostante lo scoraggiamento derivante dal trattamento ricevuto.

Molto spesso si giustifica tale comportamento con la difficoltà di portare avanti l’azienda, soprattutto a causa della pesante pressione fiscale, che costringe a effettuare tagli di ogni sorta a partire dal personale. Il che è assolutamente vero e non sarò certo io a metterlo in dubbio. Ma è altrettanto vero che in molti casi la crisi e i problemi finanziari vengono sfruttati come comoda scusante per continuare indisturbatamente ad approfittarsi degli altri, versando le famose e sempre più diffuse “lacrime di coccodrillo”.

Questa rubrica vuole essere non soltanto una valvola di sfogo per chi ogni giorno subisce ogni sorta di angherie, ma un invito e un tentativo di sensibilizzazione degli animi corrotti di tante persone che, accecate dal dio denaro, non riescono ad aprire gli occhi e non riescono a chiedersi cosa farebbero se si trovassero dall’altra parte, al posto di chi implora aiuto e pietà con un barlume di speranza che ogni giorno si affievolisce sempre di più. L’invito è rivolto anche a questi umili lavoratori, perché dal canto loro possano cominciare a reagire e a far sentire la loro voce contro questo sistema malsano; perché possano smettere di avere paura ed essere forti e compatti, non solo per assicurare un futuro migliore a se stessi, ma soprattutto ai loro figli. Il cambiamento è possibile, ma deve partire da noi; e per noi intendo tutti, non il singolo individuo. Perché è l’unione a fare la differenza, mentre da soli si finisce per essere irrimediabilmente schiacciati ed emarginati. Resistere significa lottare per un obiettivo comune, e solo un’azione collettiva potrà rendere significativa questa lotta. Perciò, siate uniti, siate altruisti, ricordate che non siete soli e non siete gli unici ad avere un problema da risolvere.

IMPORTANTE: Le mie pagine raccoglieranno le testimonianze di coloro che vivono o hanno vissuto esperienze simili, esperienze che verranno condivise con e da tutti quelli che vorranno prenderne visione, seppur nel rispetto della privacy e dell’indentità propria e dei datori di lavoro. Non verranno infatti svelati nomi, luoghi e aziende, i quali saranno resi fittizi, mentre le storie rimarranno reali al 100%.

Ovviamente, con ciò non intendo fare di tutta l’erba un fascio. In Penisola ci sono anche datori di lavoro onesti, che a differenza di quella parte “marcia” della società, si battono ogni giorno in difesa dei loro diritti e di quelli dei loro dipendenti, nonostante le tante difficoltà economiche da fronteggiare, che li mettono in ginocchio e non gli permettono di dormire la notte. A queste persone va sicuramente tutto il nostro rispetto e la nostra considerazione.

Non abbiate paura, ordunque. Siete persone, non cani randagi. Fate valere i vostri diritti. Lo meritate più di ogni altra cosa.

4 thoughts on “Servi e padroni della Penisola Sorrentina

  1. shaikailash ha detto:

    Una sola parola: bravo. Spero che i tanti lavoratori del settore si capiscano che devono riunirsi e organizzarsi per non farsi fregare.

  2. Antonella ha detto:

    Molto difficile…Sorrento è una setta sotto quel punto di vista…. loro comandano e tu devi obbedire…. quanta infamità! Rinfacciare lo stipendio a chi regolarmente va a lavorare alle loro condizioni rispettando l’azienda la proprietà e facendo l’impossibile per essere produttivo è da schifosi!

  3. nello ha detto:

    Anni fa ebbi la sventura di lavorare in un Hotel di Sorrento come cameriere; il “padrone” per risparmiare assunse in sala un Maitre non qualificato e per giunta anche disonesto ( leggasi ladro). Ovviamente non sapeva nè interagire con la clientela nè con Noi camerieri. L’unica cosa che sapeva fare bene è leccare il culo al padrone. Ebbi uno screzio con questo “signore”. Risultato: il “padrone” mi disse: ” Tu sei bravo lavoratore, lo riconosco, però ricordati che dietro quella porta ci sono altri 100 lavoratori, possono essere peggiori di Te o migliori, ma ci sono. Cosa vuoi fare?”. Ovviamente mi licenziai.

  4. Il Sognatore Pazzo ha detto:

    Grazie per la tua testimonianza, Nello. Se vuoi, raccontami la storia in maniera più approfondita. Potremmo ricavarne il prossimo articolo di S&P 😉

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