Teggiano: tra storia, tradizione e gusto

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Esiste un antico borgo in provincia di Salerno, uno dei centri storici più importanti del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Sto parlando di Teggiano, ex Diano, altura che domina la valle sottostante a cui ebbe il merito di dare il nome: il Vallo di Diano.
Teggiano è un borgo di origini assai remote, anche noto come la città-museo, o ancora come la città delle 13 chiese. Perché 13 sono le chiese scampate all’inesorabile scorrere del tempo e ai terremoti che hanno scosso l’antica roccaforte nei secoli. E se pensate che siano tante, immaginate che un tempo ce n’erano almeno una cinquantina.

Su tutte, spicca la Cattedrale di Santa Maria Maggiore. A seguire, è doveroso citare le Chiese/Convento di San Francesco della SS. Pietà e di Sant’Agostino, la Chiesa di Sant’Antuono, la Chiesa di San Martino, la Chiesa di San Pietro (che ospita il Museo Diocesano), la Chiesa di San Michele Arcangelo (con il sottostante Lapidario Dianense), la Chiesa della SS. Annunziata e la Chiesa di Sant’Andrea.

San Cono e San Laverio rappresentano i santi patroni della città. San Cono è particolarmente venerato, a cominciare dall’Obelisco a lui dedicato nel piazzale che affaccia sul corso principale. E’ impossibile, poi, non notare i tanti manifesti in suo onore affissi ai balconi di numerose abitazioni. La comunità è talmente devota alla figura del santo, da venerarlo più volte nel corso dell’anno:

  • 3 giugno: Festa patronale in onore di San Cono patrono e protettore della Città e della Diocesi di Teggiano-Policastro.
  • 1ª domenica di agosto: Pellegrinaggio in onore di San Cono al Monastero di Santa Maria di Cadossa dove San Cono morì.
  • 27 settembre: Festa della traslazione delle reliquie di San Cono dal Monastero di Santa Maria di Cadossa alla città di Teggiano.
  • 17 dicembre: Festa del patrocinio dei santi patroni San Cono e San Laverio dopo lo scampato pericolo dai terremoti del 1857 e del 1980.

L’appellativo di città-museo si deve innanzitutto al borgo stesso, un vero e proprio museo a cielo aperto, nonché ai numerosi musei presenti sul territorio. Degno di nota è sicuramente il Museo Diocesano, alloggiato nella dimessa Chiesa di San Pietro, che custodisce una ricca raccolta di opere pittoriche e scultoree medievali di gran pregio. Oggi, chi visita il Museo Diocesano, ha la possibilità di integrare la visita del museo con quella al Lapidario Dianense, inaugurato il 24 luglio scorso. Il Lapidario è situato sotto la Chiesa di San Michele Arcangelo, collegato alla suggestiva cripta di Santa Venera, e raccoglie le testimonianze teggianesi di epoca classica, medievale, rinascimentale e moderna. Attorno al Lapidario aleggia anche la storia del ritrovamento di una bara, contenente le spoglie di un soldato medievale, ancora vestito della sua uniforme. Si racconta che all’apertura della bara, i resti del milite ignoto, entrati a contatto con l’ossigeno, si siano accartocciati su se stessi. Difficile dire se questa storia sia vera o sia soltanto una leggenda, dal momento che non sono mai state trovate tracce della bara e del suo contenuto, mentre il tutto si riduce alla mera trasmissione di testimonianze orali.

Altri musei che vale sicuramente la pena visitare sono: il Museo delle Erbe, il Museo degli Usi e delle Tradizioni del Vallo di Diano, il Museo di San Cono, il Museo della Memoria e dei Ricordi.

L’opera centrale e di maggior prestigio della città di Teggiano è senza dubbio il Castello dei Principi Sanseverino, oggi Castello Macchiaroli, dal nome degli ultimi proprietari che lo hanno acquistato nel 1800 e ai quali appartiene tuttora. Fu la potente famiglia Sanseverino a far costruire il Castello, che elessero a roccaforte dove potersi rifugiare in caso di pericolo.

Maggiori informazioni sulla storia di Teggiano, del suo Castello e delle sue chiese, possono essere reperite sul sito del Comune di Teggiano.

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Teggiano è anche famosa per la sua caratteristica festa medievale, intitolata “Alla Tavola della Principessa Costanza“,organizzata dalla Pro Loco Teggiano con la collaborazione del Comune, della Regione Campania, del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e della Banca Monte Pruno. La festa, giunta oggi alla sua XXIII edizione, si ispira alle nozze del 1480 tra Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e Signore di Diano, e Costanza, figlia di Federico da Montefeltro, il grande Duca di Urbino. I due sposi, dopo le nozze, si recarono in visita a Diano, dove l’intero feudo organizzò sontuosi festeggiamenti in loro onore, evento che viene rievocato annualmente (dall’11 al 13 agosto) nella celebre festa, inaugurata dal Corteo Storico che sfila tra le strade cittadine e arricchito dalla presenza di Sbandieratori, Trombonieri, Menestrelli, Musici, Saltimbanchi, Giocolieri e tantissimi altri figuranti. L’evento prosegue fino a tarda notte, culminando nella suggestiva riproduzione dell’Assalto al Castello del 1497, che ha luogo alle 00.45 e vale sicuramente l’attesa.

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Una festa medievale a tutto tondo, dove non manca veramente nulla, nemmeno il Banco di Cambio, dove c’è la possibilità di cambiare le banconote moderne con gli antichi Coronati, Ducati, Tarì e Tornesi. Le monete si possono spendere presso le varie Taverne, strategicamente dislocate lungo il golosissimo e interessantissimo itinerario gastronomico e culturale, che offre non solo assaggi delle ottime pietanze locali (come dimenticare la prelibata carne di cinghiale!), ma una visita approfondita dell’intero borgo attraverso i suoi vicoli, le chiese e i musei sempre aperti per l’occasione, nonché le ricostruzioni e ambientazioni delle botteghe degli antichi mestieri (l’arte del fabbro, della terracotta, della pietra, della seta, del coniatore, dell’orafo, del vetraio, del cuoiaio, del cordaio, del maniscalco, del ricamo, della tessitura, della filatura, dello speziale, dello scrivano). Anche il Castello Macchiaroli viene aperto al pubblico in occasione della festa, accogliendo mostre di vario genere che ricolmano la vastità dei suoi interni, dal primo all’ultimo piano.

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Restando in ambito gastronomico, mi preme aprire una piccola ma deliziosa parentesi.
Chi si reca a Teggiano in qualsiasi periodo dell’anno, non può di certo esimersi da una visita al G.T. Store. Accolti dalle intrepide e simpaticissime sorelle Vincenza e Anna, non si può non buttare l’occhio su uno degli scaffali interni, dove troneggiano in bella mostra i due tipici liquori teggianesi: l’Amaro Teggiano e il Lux Dianensis, l’elisir al mirtillo creato in onore di San Cono. Il loro gusto pieno e la particolare dolcezza, alla stregua di un potente filtro stregonesco, cattureranno il vostro palato in men che non si dica. Con me ha funzionato, nonostante non posso dirmi il massimo esperto e simpatizzante in fatto di liquori. 😀
L’Amaro Teggiano, miscela di ben otto erbe, è un perfetto digestivo che ben si abbina ad ogni tipo di pasto, e in particolar modo ai dolci, per i quali è molto indicato anche come ingrediente. Infatti, sto già pensando di sfruttarlo come bagna per un favoloso babà, o per un soffice Pan di Spagna. Magari, perché no, anche in un bel tiramisù!
Complimenti, ragazzi, e buon lavoro! Tornerò presto a fare rifornimento… si spera. 😉

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Ora, non avete più scuse per non visitare Teggiano. Quello che vi ho raccontato è solo l’infinitesima parte di ciò che questo meraviglioso borgo ha da offrire. Perciò, se non sapete dove trascorrere la prossima domenica o il prossimo giorno di ferie, Teggiano sarà la soluzione al vostro dilemma. Che aspettate, ordunque? Non vi resta che saltare in macchina e partire!

2 thoughts on “Teggiano: tra storia, tradizione e gusto

  1. […] Dal blog “Il Sognatore Pazzo”: Teggiano tra Storia, tradizione e gusto […]

  2. […] ho già accennato riguardo l’Amaro Teggiano, in quest’articolo. E non posso che decantare ancora una volta le lodi di questa magnifica creazione di Enzo Sorbo. […]

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